Il Patrimonio del Territorio
Siamo adiacenti al territorio del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga.
L’Altopiano di Navelli e territori limitrofi si configura come un territorio semi-montano, in alcune aree caratterizzato da piccole lavorazioni agricole differenziate, molto poco antropizzato (in anni recenti continua lo spopolamento dei centri abitati, specie da parte delle fasce più giovani della popolazione) e privo di grandi infrastrutture e servizi avanzati. Stiamo parlando dunque di un territorio che ha mantenuto in buona parte intatti i caratteri di un ambiente naturale pressochè incontaminato, a tratti selvaggio.
L’economia agricola viene supportata dalla coltivazione dello zafferano e da alcuni allevamenti bovini. La coltivazione dello zafferano è ancora ancorata alla lavorazione manuale se si escludono rari casi di meccanizzazione nel trapianto dei bulbi; una volta effettuata la sfioritura (la raccolta dei preziosi stimmi), i petali vengono buttati come scarto agricolo.
In tale territorio ci sono però le adatte condizioni di vita, per nascere e crescere in modo spontaneo e naturale, piante uniche al mondo, piante con qualità speciali, piante ricche di elementi straordinari e di particolare pregio.
Si tratta di piante sconosciute ai più, eppure la maggior parte hanno fatto la storia di questo territorio, per i molteplici usi cui si prestano, per il fatto di essere più che tipiche, uniche dell’Altopiano di Navelli, possono rappresentare un elemento di grande valorizzazione del territorio detto.
-
Piante Spontanee
Piante spontanee alimurgiche, quelle piante che nel passato hanno permesso l’alimentazione dell’uomo e assieme alle piante coltivate, ne hanno assicurato la sopravvivenza. Piante della tradizione popolare che, pur essendo ricche di proprietà salutari, non vengono più raccolte perché si è persa la memoria del loro utilizzo. Per citarne alcune: Arctium lappa (bardana), Tarassacum officinalis (tarassaco), Rosa canina (rosa canina), Sambucus nigra (sambuco), Plantago lanceolata (piantaggine), Sonchus oleraceus (crespigno), Sanguisorba minor (pimpinella), Alliaria petiolata (alliaria), Papaver rhoeas (papavero), Silene vulgaris (strigoli), Urtica dioica (ortica), Foeniculum vulgare (finocchio selvatico), Silybum marianum (cardo mariano), Apium nodiflorum (sedano d’acqua), Heracleum sphondyllium (panace), Capsella bursa-pastoris (borsa del pastore), Chenopodium bonus-henricus (spinacio selvatico), Achillea millefolium (achillea), Borago officinalis (borragine), Robinia pseudoacacia (robinia) etc.
-
Piante Tintorie
Piante tintorie, di queste piante il territorio ne è ricchissimo in quanto alle piante autoctone, quelle originarie di queste latitudini, si sono sommate quelle che in passato sono state importate da paesi lontani con lo scopo di tingere la lana che era la più importante ricchezza del luogo, ma sono ormai spontaneizzate. E’ il caso di: Anthemis tinctoria (camomilla del tintore), Papaver rhoeas (papavero), Salix caprea (salice), Galium verum (caglio solfino), Fagus sylvatica (faggio), Verbascum thapsus (tasso barbasso), Prunus mahaleb (ciliegio canino), Rubia peregrina (robbia selvatica) queste le autoctone; Isatis tinctoria (blu, guado), Rubia tinctorum (rosso, robbia), Reseda luteola (giallo), Crocus sativus (zafferano, giallo) le spontaneizzate.
-
Piante Medicinali
Piante medicinali, fitocosmetiche, sono forse il gruppo più importante, in quanto la loro disponibilità sul territorio e la conoscenza delle loro proprietà rappresentava per le antiche popolazioni una farmacia sempre aperta e gratuita. Ricordiamo: Hypericum perforatum (iperico), Arnica montana (arnica), Calendula arvensis (calendula), Helichrysum italicum (elicriso), Chamomilla matricaria (camomilla), Ruscus aculeatus (pungitopo), Silybum marianum (cardo mariano), Hippocastanum (castagna selvatica), Achillea millefolium (achillea)
-
Piante Rare
Piante rare, tra le quali eccelle il Goniolimon italicum che nel mondo cresce solo in alcune zone dell’aquilano, l’Adonis vernalis (dall’areale disgiunto), Pulsatilla montana (dall’areale disgiunto), Dictamus albus (in via di rarefazione)
Con i botanici del Parco abbiamo studiato ed imparato a riconoscere molte delle 2364 specie floristiche censite. Ma non ci bastava la semplice conoscenza delle piante: ne abbiamo cercato e approfondito il loro utilizzo, e provvediamo tuttora alla diffusione di questo patrimonio. Sono nati così i Corsi di Tintura Naturale, di Phytoalimurgia (alimentazione con le piante spontanee) e, ovviamente, quelli per la produzione di Saponi Naturali.